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Stupidità

04-06-2025

Come difendersi dalla propria e altrui stupidità

Introduzione

Quasi ogni giorno leggiamo polemiche inutili, ondate di disinformazione, e meme attraenti ma vuoti che si propagano su internet come un virus. Sembra che l’intelligenza collettiva stia vacillando sotto il peso di algoritmi che premiano l’engagement piuttosto che la verità. Ma, sorprendentemente, le radici di questo fenomeno sono state analizzate decenni fa da due autori apparentemente lontani: il teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer e l’economista italiano Carlo Cipolla. In questo articolo vedremo come le loro intuizioni possano aiutarci a capire e contrastare questa nuova “epidemia cognitiva”.

1. La “stupidità morale” di Bonhoeffer

Nel pieno del nazismo, Bonhoeffer si chiese come un intero “popolo di poeti e pensatori” potesse trasformarsi in una macchina genocida. La sua risposta fu radicale:

“La stupidità non è un difetto intellettuale, ma morale.”

Cosa significa?

  • Non indica chi è ignorante o commette errori, ma chi sceglie volontariamente di non esercitare il proprio giudizio critico.
  • È la rinuncia a pensare, la sottomissione all’autorità o al gruppo, anche da parte di menti brillanti.
  • “Il potere di una persona richiede la stupidità di un’altra”: ogni ascesa al potere genera un’ondata di conformismo e di abdicazione alle proprie responsabilità intellettuali.

Questo spiega perché oggi, anche sulle nostre bacheche social, chi propaga bufale o teorie complottiste resta “perfettamente soddisfatto di sé” e aggressivo di fronte alle contraddizioni.

2. Le cinque leggi della stupidità di Cipolla

Carlo Cipolla (1922-2000), con il rigore dell’economista, definì la stupidità attraverso un modello di costi e guadagni:

  1. Sottovalutiamo sempre il numero di persone stupide. Moltiplica per dieci quelle che vedi sui social e ci sarai quasi.
  2. La stupidità è equamente distribuita in tutte le classi sociali. Nessuna laurea ti immunizza.
  3. Le persone stupide arrecano danno agli altri senza trarne alcun vantaggio. Una disamina che riecheggia la “stupidità morale” di Bonhoeffer.
  4. Sottovalutiamo costantemente quanto siano pericolose le persone stupide. Sono imprevedibili, una vera “roulette russa sociale”.
  5. Le persone stupide sono le più pericolose in assoluto. Il loro agire senza logica le rende più dannose di un egoista prevedibile.

Insieme, queste leggi spiegano perché basta una sparuta minoranza di “stupidi” per generare caos e danni ingenti, amplificati dagli algoritmi delle piattaforme.

Ricordiamoci il detto: “Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”

3. Dal nazismo ai social media: lo stesso schema

Non sto paragonando Facebook al Terzo Reich, ma riconoscendo che i meccanismi psicologici – abdicazione del pensiero critico, conformismo, rifiuto dei fatti contrari – sono universali e si ritrovano sia nella propaganda di Goebbels sia nei feed personalizzati di oggi.

  • Propaganda di massa vs. micro-totalitarismi cognitivi: la ripetizione sistematica di contenuti crea bolle sempre più ristrette.
  • Engagement vs. verità: più una notizia è divisiva, più “ingaggia” l’utente, e più il capitalismo dell’attenzione ne trae profitto.

4. Come proteggerci nella vita quotidiana

4.1 Riconoscimento e prevenzione

  • Identifica gli “stupidi” nella tua cerchia: osserva chi rifiuta deliberatamente i fatti contrari ai propri pregiudizi.
  • Limita le interazioni: meno tempo ed energie spese, minori danni emotivi e cognitivi.

4.2 Igiene digitale

  • Installa estensioni come “Mindful Browsing” per inserire freni al click compulsivo.
  • Applica la tecnica del sandwich informativo: a ogni fonte che conferma i tuoi pregiudizi, oppone una fonte autorevole contraria.
  • Pratica la quarantena mentale: annota informazioni che ti “scioccano” e approfondisci dopo 48 ore.
  • Disattiva le notifiche push.

4.3 Autovalutazione continua

  • Tieni un diario degli errori cognitivi: registra ogni volta che condividi o credi a qualcosa senza verificarla.
  • Esercita l’avvocato del diavolo con te stesso: sfida le tue convinzioni per almeno 5 minuti al giorno.

5. Strategie collettive e istituzionali

  • Educazione ai media fin dalla scuola materna: come in Finlandia, dove il 69 % dei cittadini si fida dei media tradizionali (contro il 29 % degli USA). link
  • Fact-checking collaborativo e media indipendenti che sfuggono alla logica del “clicca-clicca”.
  • Spazi di dialogo libero, come i “caffè filosofici” o “scientifici”, dove il potere e il conformismo vengono messi da parte.
  • Riduzione delle concentrazioni di potere che generano conformismo di massa.

Conclusione

La “stupidità” di cui parlano Bonhoeffer e Cipolla non è semplice ignoranza, ma un meccanismo psicologico e sociale potenziato dagli algoritmi: è una scelta di abdicare al proprio giudizio critico. Anche se non possiamo “convincere” direttamente chi ha già ceduto a questa dinamica, possiamo:

  1. Proteggere la nostra lucidità con tecniche di isolamento e di autovalutazione.
  2. Creare condizioni collettive (educazione, fact-checking, media indipendenti) che favoriscano il pensiero critico.
  3. Essere pronti ad agire quando si aprono “finestre di opportunità” nella vita di chi è intrappolato nelle proprie bolle.

In un mondo sempre più caotico, il vero antidoto alla stupidità digitale è il riconoscimento della nostra vulnerabilità e la costruzione di una “architettura cognitiva collettiva” più solida. È una sfida che possiamo vincere, un passo alla volta, armati degli strumenti analitici di Bonhoeffer e Cipolla.